martedì 24 marzo 2009

Non siamo tutti uguali

L'anno scorso, terminato il trasloco e spedita la seconda delle 3 figlie alla materna ho deciso che era ora di contribuire al bilancio familiare nell'unico modo per me possibile, ovvero guardando qualche bimbo al mattino.
Visto che il micronido in senso stretto era poco conveniente dal punto di vista economico e molto vincolante in termini di controlli ho deciso di procedere privatamente.
La fortuna mi ha assistito perchè nello stesso momento in cui ho iniziato a cercare, una mamma MOL (il forum di mammeonline sul quale ogni tanto scrivo) stava cercando vicino al suo posto di lavoro che, casualità, è proprio dietro casa mia.
Un bimbo quasi coetaneo di Celeste con problemi di bronchite asmatica.

Precisato che io tassativamente al mattino alle 8 uscivo per portare le due grandi a scuola e stabilito che questo non era un problema la cosa è partita con non poche difficoltà visto che mio marito subito non ne era entusiasta.
Lorenzo infatti di soli 3 mesi più piccolo di Celeste, ma cresciuto con i nonni era piuttosto indietro e molto chiuso.

E' stato un anno di duro lavoro mirato soprattutto all'indipendenza di un bambino abituato ad essere seguito in tutto.
Dopo solo due settimane siamo passati dal biberon al bicchiere normale, ha imparato a lavarsi le mani da solo e piano piano ha smesso di piangere chiamando "mamma" ogni volta che sentiva il rumore di qualche porta che si chiudeva; da noi a settembre ha abbandonato il vasino per passare al water, a togliersi le scarpe e ad infilarsi le calze ....
Più difficile è stato però renderlo più sereno ed aperto nei confronti degli altri: riuscire a strappargli un sorriso, una parola o fare in modo che si lanciasse a giocare con altri bimbi...
Io sono una persona che ama stare in compagnia, frequento da sempre la ludoteca insieme alle mie figlie e non appena il tempo lo consente trascorro il mio tempo fuori portando le mie bimbe ai giardini, o a fare un giro in bicicletta.
E' così che poco per volta Lorenzo ha iniziato a sciogliersi, a giocare con altri bimbi che non fossero la sua compagna di avventure Celeste, a mimare le canzoni in ludoteca senza vergognarsi .... stava persino imparando a pedalare sulla vecchia bici di Celeste ed aveva smesso di piangere quando, tutte le mattine, i suoi genitori lo lasciavano a casa mia.

Ormai era parte della nostra quotidianità e soprattutto di quella della mia nanetta.

L'inverno rigido ha creato però non pochi problemi. La pediatra quasi più apprensiva della mamma ha imposto che non prendesse freddo in modo da non farlo ammalare (?) e così i giorni da 5 alla settimana a gennaio si sono ridotti ai 3 in cui potevo fare in modo di non farlo uscire di casa.
Avendo però notato che questo non era sufficiente e che Lorenzo continuava ad ammalarsi la pediatra ha stabilito che avesse bisogno di una clausura fino all'arrivo dell'estate e così dal mese di marzo ci ha abbandonati, e soprattutto ha abbandonato la sua compagna di giochi che la prima settimana non ha fatto altro che ripetere quanto le mancasse!

I suoi nonni hanno ripreso ad andare a casa sua facendogli sicuramente perdere gran parte di quell'autonomia e di quella serenità che tanto faticosamente aveva conquistato durante l'ultimo anno.

Mi chiedo allora: ma tutto questo è giusto? Sono io che vedo le cose più semplici di quello che sono o è questa pediatra che esagera? E la mamma? ....

Un bambino sicuramente debilitato da cicli di cortisone e di antibiotico e pronto a raccogliere qualsiasi virus presente nell'aria.

Mi chiedo se è una mamma oltre che un medico perchè nessun dottore che abbia dei figli imporrebbe ad un bambino di nemmeno tre anni una clausura simile che se lo risparmia dalle malattie (ma ho ancora i miei dubbi) sicuramente non lo aiuta dal punto di vista psicologico nè lo fortifica per il futuro.
Che cosa ne sarà di lui il prossimo settembre quando inizierà la materna?

Mi sono sentita improvvisamente svuotata.
Voglio bene a Lorenzo e so che anche le mie figlie, soprattutto Celeste gliene vogliono e se il primo pensiero è andato al mancato guadagno mensile (che serviva a pagare le vacanze estive) successivamente si è allargato a tutto ciò che, magari non solo per merito mio ma anche per il fatto che era cresciuto, eravamo riusciti ad ottenere in tutto questo tempo trascorso insieme.

Mi dispiace per lui, mi dispiace perchè sua mamma non ha avuto la forza di opporsi anche se mi ha dato la notizia in lacrime, mi dispiace perchè se non lo chiedo non mi fanno sapere nulla, mi dispiace perchè preferiscono evitargli il problema piuttosto che affrontarlo in modo diverso (sentendo altri pareri, portandolo al mare ogni volta che è possibile, andando alle terme) ...

Mi chiedo che cosa farei io al posto loro e ripenso a quando Rebecca è stata una settimana in ospedale con la vasculite, a quanto fossi in apprensione ogni volta che le vedevo una macchia addosso o che lei si lamentava per il mal di pancia, ma non appena è stato possibile l'ho comunque fatta scendere dal passeggino e rispedita a scuola ....

No credo che avrei fatto il possibile per evitarle tutto ciò.

L'unica giustificazione che mi posso dare, anche se con qualche perplessità, è che non siamo tutti uguali!

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