mercoledì 2 giugno 2010

Lunedì

Vi ringrazio per i vostri pensieri.
Per quelli scritti qui.
E per quelli ricevuti in privato o su fb.
Mi hanno dato forza.
Mi hanno fatto piangere.
Mi hanno fatto sentire coccolata e meno sola (visto e considerato che mia madre invece se n'è completamente dimenticata e io nemmeno mi sono affaticata a ricordarglielo evitando di subire la finta scena della mamma afflitta. D'altro canto si sa, le mie sofferenze sono ben poca cosa rispetto ai suoi drammi ....vabbè...lasciamo perdere!!)

Lunedì mattina sono andata a correre con un'amica.
Ho pianto singhiozzando per la strada mentre tornavo a casa da sola.
Lentamente mi sono preparata e sono andata a prendere l'autobus che mi avrebbe lasciato di fronte al tribunale.
Da lì tutto molto veloce.
La chiamata della segretaria.
La compilazione con i nostri dati nell'ennesimo modulo.
L'ingresso nell'ufficio del giudice.
"Volete ancora separarvi?"
Domanda di rito con il sorriso sulle labbra.
"Ti pare che se non volevamo ancora separarci stavamo qui di fronte a te?" penso, ma mi limito ad annuire.
La lettura delle condizioni da noi scritte e firmate.
"Siete d'accordo?"
"Ci prensentiamo senza un legale, le condizioni le abbiamo scritte noi. Ma ti sembra che siamo così cretini da portare una cosa per la quale non siamo d'accordo?!?!" Ma tutte 'ste domande idiote non te le puoi risparmiare?" Penso di nuovo, ma come prima ovviamente mi limito ad annuire.
"Mettete le vostre firme su questi due fogli .... perfetto. Tra un mese potete venire a ritirare la documentazione relativa alla separazione. Tra tre anni potrete chiedere il divorzio, ma a quel punto dovrete necessariamente essere rappresentati da un legale".
" Da un avvoltoio vorrà dire. Visti nel loro ambiente naturale sembrano proprio quello che sono: delle iene sanguisughe!!".
Li salutiamo.
Il giudice e la sua segretaria.
Noi usciamo e lei esce per chiamare un'altra coppia in via di separazione.
Via uno sotto l'altro.
Cinque minuti a testa...forse anche meno.

Tutto veloce.
Tutto formale.
Nessuno spazio alle emozioni che sono state vissute prima.

Siamo usciti da lì.
Siamo andati a mangiare un boccone insieme.
Senza più toccare l'argomento.
Tranquilli, come se nulla fosse successo.
Senza sforzo, perchè veramente sembrava che nulla fosse realmente successo...
Poi mi ha riaccompagnato a casa dove, con un mal di testa che mi ha accompagnato finchè non mi sono addormentata la sera, ho sistemato un pò casa, programmato la settimana ricca di impegni e risposto agli sms di chi mi chiedeva com'era andata.
A tutti la stessa risposta.
"Bene. Se non faccio mente locale pare che non sia cambiato nulla rispetto a ieri".
Eppure qualcosa è cambiato e so che il mio inconscio ne è consapevole perchè in questa settimana ricca di impegni sento il mio corpo correre, mentre la mia mente fluttua in una sorta di bolla.
Leggermente distaccata, un pò triste, un pò stanca, un pò sotto shock.
Sento le mie gambe pesanti nella corsa.
E sono certa che non troverei sollievo nemmeno nella piscina.
Non sono giù.
Non sono su.
Sono in una sorta di apatia emotiva che non mi appartiene e che mi lascia perlessa.
Rimango in attesa di capire dove mi porterà tutto ciò.
E mentre aspetto che qualcosa accada mi lascio trascinare dagli eventi di questa settimana nell'attesa che venga la prossima per tirare un pò il fiato ... forse!

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