giovedì 2 agosto 2012

Il triangolo no...





"Il triangolo no, non l'avevo considerato!" cantava Renato Zero in una delle sue famosissime canzoni.

 "La conoscerai sicuramente la teoria del triangolo di Karpmann"- dico alla mia naturopata ieri nel corso di una seduta.

Sono nuovamente di passaggio a Torino.
Nell'attesa di tornare nella "Bassa" opto per fare un pò il punto della situazione.
A furia di lanciare bolle colorate sulle pareti si stanno muovendo un casino di cose contemporaneamente.
Il risultato è che ho la testa piena di pensieri, di idee e controversie che vorticano con la stessa velocità di un uragano con un corpo che, radicato a terra, si ritrova incapace di sostenere energeticamente la quantità di informazioni che provengono dall'alto.

Secondo tale teoria ogni vittima, per potersi definire tale ha bisogno di un carnefice e di un salvatore.

"ll Salvatore è un ruolo in cui si agisce prevalentemente lo stato dell'Io Genitore Affettivo - cioé la parte di noi che funziona in maniera apparentemente protettiva ma che , in realtà, non favorisce la crescita e l'autonomia dell'altro. In tal senso la posizione esistenziale di chi assume questo ruolo è " IO SONO OK , TU NON SEI OK" (IO + TU - ) in quanto svaluta le capacità dell'altro.
Il Persecutore è il ruolo rivestito da chi agisce prevalentemente lo stato dell' Io Genitore Normativo -, cioè da chi dà norme, regole e limiti che aumentano il malessere e la dipendenza.
Anche in questo caso ci si trova di fronte ad una posizione esistenziale IO+ TU- poiché chi agisce il GN- è sovente ipercritico e svaluta le persone. 

Nel ruolo di Vittima lo stato dell'Io agito è quello del Bambino Adattato - .
E'il ruolo di colui che si adatta anche quando la situazione non lo richiede e non facilita il proprio e altrui benessere, la sua posizione esistenziale é IO - TU+.
"


Di fatto ciò che accade è che la vittima perpetua il suo stato di "bambino" finchè non decide che nessuno potrà aiutarla a risolvere i suoi problemi se questa decisione non parte da dentro di lei.
Finchè, cioè, non decide di "diventare adulta".

 "L'alba non è molto lontana, ma prima che tu la possa raggiungere, devi attraversare la buia notte dell'anima. E ricorda: man mano che l'alba si avvicina, la notte diventerà sempre più oscura."(Osho)


La sento questa buia notte che mi avvolge, che ogni volta che cado mi circonda, densa, facendomi sentire più morta che viva. 
Eppure, dopo ogni disastroso scivolone, mi accorgo di riemergere più forte di prima, con delle consapevolezze che mai avrei pensato di poter raggiungere.

L'ultima volta, la scorsa settimana, ho proprio capito questo: che se non mi decido io a volermi salvare nessuno potrà farlo al posto mio! 
Che per anni ho perpetuato la mia condizione di vittima dando la colpa a mia zia, a mia mamma, alla mia infanzia, a mio marito, alle mie figlie, al lavoro prima e al non lavoro dopo.
Che per tutta la vita ho cercato un salvatore in  amori, amici, terapeuti, meditazioni e medicamenti, persino nello sport, nella musica o nella lettura.

Sento però che ora, in questo momento storico della mia vita,  sono giunta ad un traguardo importante; che una parte di questo famoso quadro nell'universosi sta completando..

Nel libro "Fare pace con se stessi" Thich Nhat Hanh, maestro zen vietnamita poeta e pacifista, spiega alcuni metodi per aiutare a tranquillizzare il bambino interiore che vive dentro di noi.

La piccola me impaurita ed arrabbiata sta iniziando a mostrare le sue emozioni sapendo di poter contare su una Marta che, finalmente adulta, sta imparando a spronarla con amore e compassione senza giudicarla troppo.

Si tratta di un processo lungo e lento che però sta portando dei grandi benefici.
Sento che quel ghiaccio che c'era dentro di me un pò per volta si sta sciogliendo, che piano piano "stiamo" guarendo.

Paola mi ha dato i suoi rimedi: fiori di Bach, oligoelementi ed oleoliti.
Lei li ha testati sul mio corpo, sentendone l'energia e le vibrazioni.
Lui li ha scelti in base alle sue necessità.

Io mi apro con fiducia ed ascolto entrambi in quest'attimo di alba compresa tra una caduta e l'altra; certa che la fine si sta avvicinando sempre più.

"Tutti, una volta o l'altra, possiamo aver sentito che il solo modo per sopravvivere era quello di bloccare le nostre sensazioni e le nostre emozioni, in modo da non essere più feriti. Se la nostra sofferenza è particolarmente profonda, possiamo perfino cercare di nasconderla a noi stessi. Ciò ci può raggelare, irrigidire, poiché in cuor nostro sappiamo che una lieve scalfittura nel ghiaccio libererà la ferita, ed essa tornerà a farsi sentire. Le lacrime a tinta arcobaleno che scorrono sul volto della figura, nascondono la chiave per spezzare questo isolamento gelido. Le lacrime, e solo le lacrime, hanno il potere di fondere il ghiaccio. Piangere va benissimo; non c'è ragione di vergognarsi delle proprie lacrime. Piangere ci aiuta a lasciar andare il dolore, ci permette di essere gentili con noi stessi, e alla fine ci aiuta a guarire." (Osho)

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